INTIMAZIONE DI PAGAMENTO: QUANTO TEMPO HO PER FARE RICORSO?
Non c'è una risposta unica ed assoluta a questa domanda.
I termini per presentare ricorso possono variare:
- sia a seconda del giudice competente (es. Commissione Tributaria, Giudice del Lavoro, Giudice di Pace, Tribunale Ordinario);
- sia a seconda del motivo di ricorso (contestazione nel merito della pretesa, prescrizione, irregolarità formale ecc.).
Non mi dilungherò sulla differenza tra i vari termini, perché il mio intento qui non è quello di impartire una lezione di diritto, ma è quello di dare una risposta secca alla domanda iniziale che sia valida in tutti i casi.
La soluzione più conveniente per non decadere dalla possibilità di fare ricorso e per evitare di commettere errori è quella di considerare sempre ed in ogni caso IL TERMINE DI 20 GIORNI: tra tutti i termini, infatti, questo è il più breve; quindi, nel dubbio, una volta ricevuta un'intimazione di pagamento (o un altro atto di riscossione esattoriale) è sempre meglio "far finta" di avere soltanto 20 giorni a disposizione per poter presentare ricorso.
ATTENZIONE: con questo non ti sto dicendo che hai 20 giorni di tempo per andare dal tuo professionista di fiducia. Al contrario: scrivere un buon ricorso è un lavoro estremamente impegnativo e può richiedere giorni di ricerche e lavoro. La scelta migliore è quella di contattare il tuo professionista di fiducia il giorno stesso in cui ricevi l'intimazione di pagamento per dargli il tempo necessario per organizzare la miglior difesa possibile.
E SE IL TERMINE DI 20 GIORNI E' GIA' PASSATO? Se per caso hai già sforato il termine di 20 giorni non disperarti, non è detto che non ci sia più nulla da fare: come dicevo all'inizio, i termini possono variare a seconda dei casi, quindi contatta ugualmente il tuo legale di fiducia e lascia che sia lui a valutare se sei ancora in tempo per fare ricorso.
Se anche fossero scaduti tutti i termini per ricorrere, puoi sempre tentare la strada dell'autotutela (soprattutto se le tue ragioni sono palesemente fondate); nell'ipotesi più estrema, infine, puoi scegliere di gestire il debito mediante un piano di rateizzazione.