INTIMAZIONE DI PAGAMENTO: IL FALSO MITO DEI 180 GIORNI

17.09.2022

In tema di riscossione esattoriale, una delle ricerche più frequenti su Google è "intimazione di pagamento 180 giorni".

Il motivo della ricerca è l'errata convinzione che l'Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), una volta notificata l'intimazione di pagamento, ha soltanto 180 giorni per iniziare il pignoramento, trascorsi i quali l'intimazione perde la sua efficacia.

La cosa peggiore è che la maggior parte dei siti web (specialmente quelli che compaiono nella prima pagina della ricerca di Google) conferma questa errata convinzione, alimentando la credenza che il pignoramento fatto dopo i 180 giorni possa essere annullato .

FALSO! Purtroppo le informazioni che girano nel web non sono sempre aggiornate ed attendibili: l'intimazione di pagamento, infatti, NON perde la sua efficacia dopo 180 giorni.

Dal settembre 2020, a seguito della riforma dell'art. 50 D.P.R.602/73, il termine di efficacia dell'intimazione di pagamento è stato allungato da 180 giorni ad un anno.

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Concludendo, fondare un'opposizione a pignoramento sulla sola circostanza che siano trascorsi 180 giorni dall'intimazione di pagamento non solo ci porterà a perdere la causa ed a continuare a subire il pignoramento, ma ci esporrà anche al rischio di condanna al pagamento delle spese di giudizio ed all'ulteriore condanna per "lite temeraria" (per avere, cioè, iniziato una causa palesemente infondata).

È opportuno, quindi, prestare la massima attenzione quando si cercano informazioni su internet e, soprattutto, non prendere ogni notizia per oro colato. 

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