UN “DETTAGLIO” CHE FA CROLLARE IL PIGNORAMENTO

09.05.2020

Una delle affermazioni che mi sento ripetere più spesso da clienti con situazioni debitorie difficili è "qui non c'è più niente da fare, devo soltanto pagare".

Fu lo stesso che mi disse anche Mario quando si presentò al mio studio con un atto di pignoramento di € 42.484,56.

Con rassegnazione, mi raccontò di aver ricevuto prima un decreto ingiuntivo, poi un precetto di pagamento (ai quali non aveva dato la dovuta importanza), per ritrovarsi, infine, con il quinto dello stipendio pignorato.

Su una cosa concordavo con Mario: se si fosse deciso prima a fare ricorso, tutto sarebbe stato meno complicato.

Quello che non condividevo, invece, era la sua rassegnazione; e ben presto riuscii a convincerlo che prima di arrendersi avremmo dovuto setacciare ogni documento, foglio per foglio, parola per parola, alla ricerca di un appiglio per proporre ricorso.

E quell'appiglio, finalmente, saltò fuori.

Era da poco entrata in vigore la legge che introduceva il processo telematico nell'ambito dei pignoramenti; tra le varie novità, la legge prevedeva il deposito telematico delle copie "conformi" dei documenti relativi al pignoramento.

Ebbene, il punto debole che stavo cercando era proprio nella "dichiarazione di conformità": avrebbe dovuto essere fatta, di regola, con un determinato tipo di documento informatico (un file in formato pdf nativo) ed invece era stata effettuata con un diverso tipo di file (pdf per scansione di immagine).

Quando parlai a Mario della strategia difensiva su cui avevo fondato il ricorso, non riuscì a nascondermi i suoi dubbi: "a me sembra solo un dettaglio insignificante, che speranze possiamo avere di vincere il ricorso?".

Non la pensava come Mario, invece, il Giudice del Tribunale di Napoli Nord, per il quale quel "dettaglio" era tutt'altro che insignificante.

Al contrario.

Costituiva una irregolarità della procedura così grave da far crollare l'intero pignoramento.

Nel suo provvedimento finale, infatti, il Tribunale, accogliendo il ricorso, "dichiara inefficace il pignoramento e, per l'effetto, dichiara l'estinzione del processo esecutivo...ordinando al terzo pignorato di svincolare le somme".

Quello di Mario non è un caso isolato; capita molto spesso che una procedura di pignoramento (o anche un singolo atto di riscossione) contenga al suo interno una o più irregolarità che, se individuate in tempo, possono costituire motivo di ricorso.

Per scaricare il testo integrale dell'ordinanza del Tribunale di Napoli Nord clicca il bottone qui sotto.

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